mercoledì 19 dicembre 2012

Auguri, serigrafie, disegni e desideri, dai mesi passati a oggi


Sta per finire l'anno (o per alcuni il mondo!) ed è momento di auguri, sinceri, a tutti davvero, perché la vita che verrà sia sempre un poco meglio di quella che s'è già spesa, andata con la polvere dei giorni e dei nostri affanni quotidiani. Ma anche con le piccole gioie, delle quali dobbiamo continuare ad essere consapevoli, come i bimbi, che a noi adulti insegnano sempre questo continuo stupore sul mondo, stupore che è loro, come dei folli e di coloro che imparano a vivere, a sentire davvero ogni secondo del tempo che passano su questa terra. Ecco questo è il mio confuso e stupefatto augurio.

la serigrafia per MURMURE
L'immagine che ho scelto è nata per tutt'altra occasione. Realizzata per REMARK (qui una galleria di foto delle mostre organizzate per l'occasione) il progetto europeo sulla memoria di cui MURMUREteatro (quindi anch'io, che mi fregio del titolo patafisico di Gran Murmurante, roboante quanto ridicolo) è stato partner e co-organizzatore. Si tratta di una rielaborazione dall'immagine fatta per il manifesto e la locandina, che su impulso di Corrado Bosi, grande grafico veronese, ho poi fatto realizzare in serigrafia. Sono venute fuori così le mie prime 38 stampe serigrafiche, a due colori, su carta Rosaspina, delle dimensioni di tutto rispetto di 50x70. Sono nate pensando che potessero essere un buon modo per finanziare le attività della nostra associazione che, con grande passione, arti e amore cerca di fronteggiare questi tempi difficili e faticosi per regalare e regalarsi, "qualche goccia di splendore".
Rubo le parole al grande De André perché la sua poesia entra anche nella genesi dell'opera. Questa è sì rielaborazione di un motivo che mi segue dai tempi dell'albo illustrato Aurelio (realizzato con la Gran Murmurante Presidentessa, Francesca Zoppei), dove la nube nera della memoria, della seconda guerra mondiale, già presente, è qualcosa di informe, non necessariamente negativo, capace di prendere diverse forme e anche di produrre, se portato con noi, se conosciuto, a una nuova e diversa consapevolezza. Però qui il paesaggio è contemporaneo, di cavalcavia di periferia (per una volta abbandonando i miei amati orizzonti adriatici costellati di piattaforme), rotto, attraversato, da questo guizzo, tromba d'aria di fili intrecciati (fili della memoria) e da questa esplosione di foglie, petali, rossi, che fanno già primavera, rinascita e che guardano ai papaveri, tra i rovi. Omaggio alla canzone di Piero, a tutti i Piero che hanno trovato riposo tra "mille papaveri rossi", così come, aggiungo io e credo che De André sarebbe d'accordo, in fondo al mare o in tutti quei luoghi dove il nostro sguardo di frequente dimentica tutti i "sommersi" di questi tempi duri.
Ecco noi siamo tra i "salvati", è vero, ma abbiamo il dovere di non dimenticare gli altri, le altre e di fare del nostro meglio per nuotare insieme verso un approdo migliore. E allora sì che saranno natale, epifania, nuovo anno e ci sarà il senso di festeggiare davvero.
Auguri allora, perché possiamo fare molto e tanto c'è da fare ancora, con la consapevolezza che
"cavalchiamo verso il buio ma arriveremo prima di notte"

E se qualcuno volesse sostenere anche finanziariamente la nostra piccola e appassionata (perciò anche grandissima, sempre per legge patafisica!) avventura culturale, oltre che mettersi in salotto una splendente serigrafia numerata e firmata dal sottoscritto, non siate timidi e fatene richiesta, a me o a murmureteatro (marcpax@gmail.com / murmureteatro@gmail.com), che ne abbiamo ancora e a prezzi popolari!
GRAZIE

mercoledì 12 dicembre 2012

di amici, vino e d'anarchia


Questo post l'ho scritto diverse settimana fa, poi non l'ho più pubblicato perché impegni di lavoro e altro mi hanno completamente assorbito. Oggi al ritorno al computer l'ho ritrovato qui e lo ripubblico così, tanto parla di cose antiche più che vecchie.
"oggi mi sono svegliato più giovane, credo, o era l'effetto del vino (Valpolicella) bevuto insieme a un amico cantautore e scrittore, anarchico, con cui m'ero trovato a dividere il palco di un teatro genovese due anni fa, al decennale di piazza alimonda, anzi, come si dice purtroppo da allora, di piazza Carlo Giuliani...
Poi non ci siamo più visti e ieri leggo per caso (non esiste il caso?) che sarebbe stato nella splendida e sovente addormentata cittadina in cui abito, giusto ieri, a presentare il suo ultimo libro (bello ve lo consiglio "Il contro in testa" di Marco Rovelli, per Laterza, con la sua compagna alla lettura dei testi e lui alla chitarra. Ed è stato proprio bello cantare a squarciagola la miapatriaèilmondointero, come a vent'anni e sentirne ancora intatta la forza e lo slancio utopico... poi Verona sembrava un poco più umana, un poco come la Bologna dei miei anni universitari e mi sono sentito a casa, come non accadeva da un pezzo.

Un saluto, un abbraccio a tutti, anche a coloro che come noi e come diceva Leo Ferré, son meno dell'1%, marginali, senza per questo smettere di desiderare di essere sociali, tanti e solidali, fratelli e sorelle di questo mondo tanto piccolo e complicato.

Qui le immagini disegnate durante il concerto sul mio taccuino e proiettate in quella sera al teatro di Genova, con Marco Rovelli, Alessio Lega e altri musicisti, su invito di Haidi Giuliani. Grazie.