Ringrazio, ma non sarà mai abbastanza, Francesca Zoppei, per avermi chiesto un'immagine da regalare per la nascita della bimba di una nostra comune amica. Così è affiorata quest'immagine, in mezzo al trasloco più caldo e atteso della mia vita (e come direbbe Sig. A, di traslochi ne ho visti parecchi) e ora le sono già affezionato. Come sono affezionato ai piccoli pesci che ho la fortuna di incontrare e frequentare e qui voglio rendere omaggio a mio nipote Matteo e a tutti quei bimbi e quelle bimbe che figli di amici e amiche mi considerano, con somma gioia, un poco un loro zio, magari quello 'strano'. E io, che avevo davvero uno zio considerato strambo, pescatore di rane e che mi donò il mio primo Eskimo (che mi segue ancora nei traslochi) non posso che ringraziare per questo ruolo e per tutti i sorrisi regalati da Lia, Elsa, Sebastiano, Maddalena (sono poi due), Stella, Gregorio, Olivia e magari qualcuno che dimentico qui, ma che ha un posto lì, dove nuotano i piccoli pesci che non seguono la corrente. L'augurio a tutte e tutti è che troviate nuovi approdi, voi e le vostre famiglie, spendidamente uniche e anticonvenzionali e con tanti saluti a chi si preoccupa di normalizzare ciò che 'normale' non può essere. E non chiamarlo 'gender', qui si parla d'amore e figli, figlie, genitori, in mille sfumature e colori diversi. Un applauso a voi, che per scelta o per destino portate avanti questo nostro splendido e pazzo genere umano. Io, per ora, mi limito a girovagare, ospite delle vostre case e a stupirmi e nutrirmi della vostra forza. Grazie, amiche e amici, avanti così, è faticoso andare controcorrente ma poi, chissà cosa scoprirete là dove nessuno si avventura...
martedì 21 luglio 2015
martedì 7 luglio 2015
Buongiorno Europa!

E si cantava 'Nostra patria è il mondo intero...' I problemi restano, ma si possono risolvere, insieme.
giovedì 2 luglio 2015
Come su una sedia di pietra ad ascoltare il vento
L'illustrazione di copertina e una interna per un libro di brevi e poetici racconti di una scrittrice amica, Alba Dal Forno, conosciuta a Ravenna venti anni fa, poi persa di vista e risentita in questi ultimi mesi, in tempo per scoprire che la sua infanzia si è spesa sui monti che circondano la città in cui ora abito io. Strani giri fa il vento, se vi trovate nei pressi di una sedia di pietra provate a sedervi e ad ascoltare, forse vi racconterà una storia.
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